La Resistenza dei soldati dell’Esercito Regio
Nella recente ricorrenza del 25 aprile, che dovrebbe unire l’intera Nazione, è stato poco ricordato il contributo alla liberazione dal nazi-fascismo che venne dato, a fianco dei partigiani, dai Caduti dell’Esercito regolare: furono più di 80.000.
Ad essi si affiancarono i Caduti delle formazioni partigiane formate dai soldati della IV Armata, la Brigata “Amendola”, la Brigata “Piave”, la Brigata “Scordia” di Cavarzerani in Cansiglio, le formazioni dei comandanti Longhi, Genovesi, De Prada e Lombardini, operanti in Val d’Ossola e in Val di Toce, il Reggimento “Italia Libera”, il gruppo “Berta” di Tullio Benedetti, la banda comandata da Manrico Duceschi (“Pippo”) e la banda di Bosco Martese, che agiva nel Teramano.
E infine l’organismo militare più importante: quello di Enrico Martini Mauri, che operò nel basso Piemonte, ed i Carabinieri, molti dei quali si sacrificarono generosamente nella guerra di liberazione. Soldato fedele all’Esercito Regio fu anche il più giovane Caduto nella guerra di liberazione: il sedicenne torinese Gimmy Curreno.
Caddero per l’Italia, al di sopra d’ogni condizionamento ideologico o partitico.
Alberto Casirati