Dalle Foibe agli Armeni
La storia e le verità nascoste
Sin dalla rivoluzione francese, che pretese d'imporre in modo sanguinario la propria ideologia (due terzi dei ghigliottinati appartenevano alle classi lavoratrici ed alla borghesia), l'uso a fini propagandistici della teoria dei diritti umani (ben lontana dalla pratica) ha conosciuto una diffusione pressoché endemica, travolgendo, in nome della ragion di Stato o dell'interesse di questa o quella fazione, ogni aspetto della comunicazione. Si tratta, in buona sostanza, del trionfo dell'ipocrisia, che da sempre miete vittime numerose.
Due classici esempi dei nostri giorni serviranno a dimostrare l'assunto.
Per decenni, nonostante le evidenze storiche, le autorità italiane (per non parlare di quelle jugoslave) hanno volutamente ignorato uno dei genocidi del XX secolo: quello voluto dal regime comunista di Tito a danno degli italiani. Si stima che circa 10.000 nostri connazionali siano stati crudelmente trucidati nelle foibe, colpevoli, semplicemente, d'essere italiani. Tralascio volutamente la descrizione dei metodi praticati dai partigiani di Tito, anche perché, grazie al Cielo, finalmente gli organi d'informazione più diffusi hanno cominciato a parlarne. Chi desiderasse approfondire l'argomento troverà facilmente, con una breve ricerca in internet, tutto il necessario.Rimane il fatto che per decenni non solo non si è voluto commemorare degnamente chi, in ultima analisi, diede la vita per l'Italia, ma, e la cosa è ancora purtroppo d'attualità , si fatica enormemente a riflettere sull'indegnità del Trattato di Osimo, che mutilò la Patria (lo dico senza revanscismi dannunziani) rinunciando ad un importante lembo di terra italiana (abitato da tantissimi nostri connazionali), che già nel XVII secolo parlava la nostra lingua grazie alla presenza di Venezia. E quel che è peggio, nulla di realmente importante fu fatto per assistere i profughi italiani che, fuggendo dall'inferno del socialismo "reale" (ma ne esiste anche uno irreale?), lasciarono i risultati delle fatiche di un'intera esistenza per aver, almeno, salva la vita, sperando di trovare, in Patria, degna accoglienza.
Che non vi fu.
Riusciremo almeno a riflettere serenamente su questi argomenti, in modo tale da non ripetere gli stessi errori? Per ora ne dubito, ma spero ardentemente che i fatti, prima o poi, mi daranno torto. Purtroppo, v'è da ripeterlo dato che parliamo di diritti che dovrebbero essere patrimonio di tutta l'umanità , un fenomeno analogo riguarda un altro popolo europeo: gli armeni. Trucidati nella prima "pulizia" etnica del XX secolo dal regime ottomano, ancora oggi, in Turchia ed in altri paesi che pretenderebbero d'essere civili, vedono negata persino la verità storica di quei fatti, allo stesso modo in cui gli odierni "neo-nazisti" e paesi come l'Iran attuale negano l'Olocausto del popolo ebraico. Ma ecco che torna a galla il vecchio spirito giacobino (antico non può dirsi, non avendo in sé alcuna virtù): nessun corteo, nessuna protesta contro questo sconcio da parte di quella fazione che non cessa, ipocritamente, d'ergersi a tutrice dei diritti umani solo quando le conviene. E nessuno vero "scandalo" da parte di tanti organi d'informazione.
Non dico questo per accusare, specialmente in questo momento, una parte politica a vantaggio dell'altra. Non faccio politica. Ma sono contro la menzogna. Tutto qui. Anche perché nulla di buono può essere fondato sull'imbroglio e ciò di cui oggi c'è più bisogno è lavorare per assicurare, a noi e alle generazioni che verranno, un futuro il più possibile sgombro dai fantasmi del passato. Ci riusciremo?
Qualcosa sembra che cominci a muoversi, a giudicare dai documenti recentemente approvati, per il riconoscimento del genocidio armeno, da parte di alcune amministrazioni comunali. Dunque avanti, per un'Italia più leale e libera e per un'Europa davvero basata sul reciproco rispetto e sulla tutela dei valori umani.
Alberto Casirati
Presidente
Tricolore, associazione culturale