Egregio Dottore,
ho letto la sua lettera al direttore pubblicata da "La Stampa" in data 31 ottobre 2004 e ringrazio Lei e quanti si sono prodigati per onorare i Caduti in guerra.
A proposito di dimenticanze, vorrei segnalare che, tra Caduti e Dispersi, perirono in Russia migliaia e migliaia di nostri soldati ma, fatta eccezione per gli scritti di alcuni reduci, sono state scarse le iniziative ufficiali alla memoria di tanti giovani. Ricordo un giovane amico vercellese, Tenente del 6° Bersaglieri, fatto prigioniero nel dicembre 1942 (o ai primi di gennaio 1943) nell'ansa del Don e deportato con migliaia di Commilitoni nei pressi di Wladimir dove, dopo poco tempo (gennaio 1943), morì. Durante un recente viaggio in Russia, con varie difficoltà , sono riuscita a trovare quanto può vedere nell'allegata foto. In un cimitero abbandonato, nella zona Wladimir-Suzdal, un'eloquente testimonianza: un'area quadrata di pochi metri di lato (cinque o sei) con una lapide: "Qui riposano i Caduti Italiani". Accanto la stessa cosa per i Caduti tedeschi. Forse, la sola onoranza che hanno ricevuto in sessant'anni è stata la mia offerta di un mazzetto di fiori selvatici raccolti nei dintorni! La ringrazio ancora infinitamente per quanto ha scritto: ha risvegliato in me commozione, dolore e rimpianto per tanti miei coetanei che hanno dato la vita per la Patria ("bad or good it's my country"), senza ricevere neppure un segno di riconoscente ricordo.
Voglia gradire i miei distinti ossequi.
Giovanna Corradino - Vercelli |